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SEO : Esperienze, Realtà e Dubbi di un Esperto (E un Po' di Ironia)

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Andrea Romano

Aug 13, 2025 12 Minutes Read

SEO : Esperienze, Realtà e Dubbi di un Esperto (E un Po' di Ironia) Cover

C’era una volta una startup che pensava di conquistare Google in una notte. Dopo mille tentativi, errori clamorosi e momenti di puro sconforto davanti alle keyword sbagliate, ho capito: la SEO non è magia, ma scienza (e un po’ d’arte). Se anche tu sei stufo dei soliti consigli copia-incolla, seguimi in questo viaggio poco convenzionale tra falsi miti, errori ricorrenti e le strategie SEO davvero fondamentali per il 2025.

Quando Google era solo un commesso: analogie (im)perfette per capire la SEO oggi

Immaginate Google come il commesso di un vecchio negozio di ferramenta. Un tempo, bastava chiedere “dove trovo i chiodi?” e lui, con un sorriso, ti portava dritto allo scaffale giusto. Oggi, però, il commesso è diventato digitale, e la domanda non è più “dove sono i chiodi?”, ma “quale tipo di chiodo è meglio per il mio progetto?”. E qui entrano in gioco la SEO strategy 2025 e tutte le nuove regole del gioco.

La search engine results page (SERP) è la vetrina di questo negozio virtuale. In alto, trovi i risultati sponsorizzati: aziende che pagano per essere lì, sfruttando la differenza tra organic vs paid results. Subito sotto, i risultati organici: chi è riuscito a conquistarsi il posto senza pagare direttamente Google, ma solo grazie a una strategia di backlink and SEO, ottimizzazione dei contenuti e attenzione ai search engine ranking factors.

Qui arriva la parte ironica: una volta, cercando “buy garden furniture”, il mio e-commerce di mobili da giardino si è visto superare da un blog di giardinaggio. Perché? Tutta colpa del user intent optimization. Il blog rispondeva meglio all’intento di chi cercava consigli, non solo prodotti. Un paradosso comune nella SEO di oggi, dove capire cosa davvero vuole l’utente è più importante che mai.

I dati parlano chiaro: con 4,9 miliardi di utenti internet nel mondo, più del 50% dei clic va ai primi tre risultati organici. E il primo risultato ha dieci volte più probabilità di ricevere un clic rispetto al decimo. Come dice una celebre frase:

"Solo i primi tre risultati organici raccolgono la metà dei clic su Google."

Questa è la vera corsa all’oro digitale. Tutti cercano di essere nei primi tre posti della SERP, perché lì si raccolgono più clic, e quindi più opportunità di vendita. Ma attenzione: gratis non vuol dire facile. Ottenere visibilità organica richiede una strategia solida, fatta di contenuti rilevanti, ottimizzazione tecnica e una comprensione profonda del search intent. E nel 2025, con l’intelligenza artificiale che cambia le regole, la sfida si fa ancora più interessante.


Sette regole non scritte (ma fondamentali) della SEO per il 2025

Ogni anno sembra che la SEO cambi pelle, ma alcune regole restano sempre attuali. Nel 2025, i search engine ranking factors sono ancora un mix di segreti e conferme ufficiali. Google non svela mai tutto, ma alcune certezze le abbiamo. Ecco le sette regole che, secondo la mia esperienza (e un po’ di ironia), nessun SEO può permettersi di ignorare.

  1. La rilevanza del contenuto come segreto pubblico n.1.

    Non importa quanto sia bella la tua pagina: se non risponde davvero alla domanda dell’utente, non andrai lontano. Google è diventato bravissimo a capire se il contenuto è pertinente. Se cerco comprare mobili da giardino, voglio una pagina dove posso farlo, non un trattato sulla storia dei giardini. La relevance è la base di ogni SEO ranking criteria 2025.

  2. Qualità (vera, non fittizia): Google premia ciò che serve davvero.

    "La qualità non si improvvisa: Google capisce se il contenuto serve davvero o solo a riempire una pagina."

    La qualità non si misura solo con le parole chiave. Google usa sia persone reali che algoritmi di machine learning per valutare se il contenuto è utile. E la qualità finta viene penalizzata.

  3. Backlink e SEO: la popolarità non basta, serve credibilità.

    Ogni link è un voto di fiducia. Ma attenzione: solo i backlink rilevanti e autorevoli fanno la differenza. I link sospetti o non naturali portano penalità sempre più severe, come confermano le ultime SEO ranking criteria 2025.

  4. Fisicità digitale: la vicinanza conta nel local SEO più di quanto credi.

    La prossimità fisica è cruciale per il local SEO. Google valuta quanto sei vicino all’utente quando mostra i risultati locali. Se hai un’attività, la tua presenza digitale deve essere ben ottimizzata anche geograficamente.

  5. Mobile-first e Core Web Vitals: la sopravvivenza passa da qui.

    Nel 2025, Mobile-first indexing e Core Web Vitals 2.0 sono la base della visibilità. Se il tuo sito non è ottimizzato per mobile e non supera i test di Performance page SEO, sei fuori dai giochi.

  6. Performance tecniche che nessuno vede ma tutti giudicano.

    HTTPS, tempi di caricamento, stabilità della pagina: sono dettagli invisibili all’utente, ma fondamentali per Google. Un Technical SEO auditing regolare è ormai indispensabile.

  7. Pericoli in agguato: pop-up invadenti, keyword stuffing, link sospetti.

    Le penalità per keyword stuffing, pop-up invasivi e link non naturali sono sempre più frequenti. Meglio puntare su contenuti autentici e user-friendly, come conferma la ricerca recente.


SEO tecnica e non solo: tra audit, AI e la sindrome da algoritmo segreto

Se c’è una cosa che accomuna chi fa SEO da anni, è quella sensazione di rincorrere sempre qualcosa che cambia. Google aggiorna l’algoritmo e, come in una partita a carte dove nessuno conosce davvero tutte le regole, tutti noi ci ritroviamo a giocare lo stesso.

“Ogni aggiornamento dell’algoritmo è come una partita a carte: nessuno sa davvero tutte le regole, ma bisogna giocare lo stesso.”

Per capire davvero come funziona la SEO tecnica, bisogna partire dalla base: il processo di crawling, indexing e ranking. Immagina Internet come un enorme negozio di ferramenta, dove Google è il commesso che cerca di aiutarti a trovare proprio quel bullone che ti serve. Solo che, invece di una dozzina di prodotti, Google deve scegliere tra centinaia di miliardi di pagine. E qui entra in gioco la tecnologia.

Il crawling è il primo step: Googlebot visita il sito, esplora le pagine e raccoglie informazioni. Poi arriva l’indexing: tutte queste informazioni finiscono in un gigantesco database, il Google index. Infine, il ranking: se la pagina soddisfa i criteri (segreti) di Google, viene mostrata tra i risultati di ricerca. Ogni passaggio può essere l’anello debole e, credimi, basta poco per perdere visibilità. Una volta, per esempio, un semplice bug mi ha fatto sparire decine di pagine dai risultati: senza un Technical SEO auditing regolare, non me ne sarei mai accorto.

Negli ultimi anni, però, il panorama si è fatto ancora più complesso. Le Generative AI platforms come ChatGPT, Perplexity e Claude stanno cambiando il modo in cui le persone cercano e trovano informazioni. Non basta più ottimizzare solo per Google: bisogna pensare anche ad AI in search results e a alternative search tools che stanno emergendo. La SEO evolve e richiede un auditing tecnico costante per prevenire errori critici e adattarsi ai nuovi motori di ricerca.

Un altro aspetto spesso sottovalutato è lo schema markup implementation. Un piccolo tocco tecnico che, se usato bene, può aumentare notevolmente la visibilità nei risultati, soprattutto ora che i motori di ricerca cercano di capire sempre meglio il contesto delle pagine.

In definitiva, la SEO tecnica nel 2025 non è solo una questione di keyword, ma di processi, auditing e adattamento continuo. E sì, anche di un po’ di sana ironia per sopravvivere alla sindrome da algoritmo segreto.


Ossessionati dalla posizione: ansia da ranking, realtà e piccole vittorie (o grandi sconfitte)

Chi lavora con la SEO lo sa: la corsa al primo posto su Google è una vera ossessione. Tutti vogliono arrivare in cima, ma pochi si rendono conto di quanto sia faticoso – e spesso frustrante – restarci. La realtà? Il ranking è una montagna russa. Un giorno sei in vetta, il giorno dopo una nuova release dell’algoritmo e… puff, sparito. È successo anche a me: dopo mesi di lavoro, finalmente primo per una keyword importante. Il giorno dopo, Google aggiorna le regole e mi ritrovo a ricominciare. La volatilità dei ranking fa parte del gioco e, credetemi, è una delle principali fonti di ansia per chi fa SEO.

Questa ansia da ranking è una trappola comune, soprattutto per chi è alle prime armi o per chi si lascia sedurre da fake guru che promettono risultati immediati. Diffidate sempre da chi vi garantisce il primo posto in pochi giorni: le promesse di successo istantaneo sono infondate nel 99,9% dei casi. Lo dicono i dati, lo confermano le esperienze di chi lavora davvero nel settore. La verità? La SEO è una maratona, non uno sprint. I SEO long term results si costruiscono in mesi, non in giorni. E spesso, anche dopo aver raggiunto una posizione importante, bisogna continuare a ottimizzare e adattarsi.

Oggi, con le strategie SEO del 2025 che puntano sempre di più su AI-assisted content e sull’esperienza utente, la partita si fa ancora più complessa. Non basta più “infilare” parole chiave a caso (il cosiddetto keyword stuffing, ormai penalizzato), né affidarsi a link di bassa qualità. Bisogna lavorare su on-page e off-page SEO, migliorare la struttura tecnica del sito, curare i contenuti e capire davvero cosa cercano gli utenti. Se siete alle prime armi, vi consiglio di partire da SEO for beginners courses seri e aggiornati.

"Nel lungo periodo la SEO crea un fossato che i concorrenti fanno fatica a colmare."

I successi organici, quelli veri, fortificano il business nel tempo. E ogni piccola vittoria – anche se temporanea – è un passo in avanti. Ma ricordate: la SEO non è per chi cerca scorciatoie. È per chi sa resistere, imparare dagli SEO mistakes common e puntare sempre al lungo termine.


Esercizi di ottimismo (e autocritica): domande, errori, e una visione più umana della SEO

Quando ho chiesto ai miei lettori quale fosse il loro maggior dubbio sulla SEO, mi aspettavo domande tecniche, magari su algoritmi o backlink. Invece, la risposta più interessante è stata:

“Ma la SEO smetterà mai di essere così misteriosa?”

Ecco, questa domanda mi ha fatto riflettere. Perché, in fondo, anche chi lavora da anni nel settore si trova spesso a navigare tra incertezze, aggiornamenti improvvisi e regole che cambiano da un giorno all’altro.

La SEO, oggi più che mai, non è solo una questione di tecnicismi. Certo, conoscere come funziona Googlebot, distinguere tra risultati organici e a pagamento, o capire l’importanza delle Core Web Vitals è fondamentale. Ma la vera differenza la fa il dialogo con chi ci legge. L’interazione con il pubblico, le domande che ricevo e persino gli errori che commetto sono diventati il vero motore per aggiornare le mie strategie. Spesso, sono proprio i feedback degli utenti a farmi notare aspetti che avevo trascurato o a suggerire nuove direzioni da esplorare.

Negli ultimi anni, con l’avanzata dell’intelligenza artificiale, si parla tanto di automazione e di dati. Eppure, la componente umana resta centrale. L’ottimizzazione per l’intento dell’utente (user intent optimization) e l’attenzione alla privacy (privacy-first SEO strategies) sono diventate priorità. Non basta più “ingannare” l’algoritmo con qualche trucco: vince chi partecipa con autenticità, chi ascolta davvero le esigenze delle persone e chi costruisce contenuti utili e trasparenti.

Mi capita spesso di sbagliare. Magari investo tempo su una parola chiave che poi non porta risultati, oppure sottovaluto l’importanza della velocità del sito. Ma ogni errore è un’occasione per imparare e migliorare. E, se posso dare un consiglio a chi inizia ora, è questo: non abbiate paura di fare domande, anche quelle che sembrano banali. La SEO non è una scienza esatta, e nessuno ha tutte le risposte.

Per questo, lancio una sfida: che domanda vorresti mi rispondesse un esperto SEO? Scrivila nei commenti! Il confronto diretto, anche nell’era dell’IA, resta il modo migliore per crescere e rendere la SEO meno misteriosa, più umana e – perché no – anche un po’ più divertente.


Extra: mini-glossario per sopravvivere alla SEO del futuro (wild card)

Lo ammetto: il gergo della SEO può sembrare una giungla, soprattutto se ti stai avvicinando ora a questo mondo o se, come me qualche anno fa, ti senti sopraffatto da sigle e concetti nuovi ogni mese. Ecco perché ho deciso di raccogliere qui un mini-glossario, pensato per chi vuole sopravvivere (e magari anche divertirsi) nella SEO del 2025.

"Il glossario SEO l’ho scritto soprattutto per il me stesso di qualche anno fa…"

Partiamo dalla SERP, la vera mappa del tesoro digitale. La Search Engine Results Page è il luogo dove si decide tutto: chi appare in alto, chi resta invisibile. Capire come funziona la SERP è il primo passo per orientarsi. Ma attenzione: non basta esserci, bisogna anche saperci stare.

Un errore classico? Il keyword stuffing. Ovvero, riempire le pagine di parole chiave sperando di scalare Google. Oggi questa pratica è non solo inutile, ma anche rischiosa: Google penalizza i contenuti forzati e poco naturali. La qualità del contenuto vince sempre sulla quantità di keyword, e le penalizzazioni sono dietro l’angolo per chi esagera.

Arriviamo ai Core Web Vitals: efficienza, velocità, usabilità. Questi parametri sono diventati fondamentali per il posizionamento. Google valuta quanto una pagina sia veloce, stabile e facile da usare, soprattutto su mobile. Studi recenti confermano che Core Web Vitals 2.0 e mobile-first indexing sono tra i fattori di ranking più importanti nel 2025. Se vuoi approfondire, ti consiglio di cercare SEO for beginners courses che trattano proprio questi temi.

Un altro termine chiave è Schema markup. In pratica, è il linguaggio che permette alle tue pagine di “parlare” ai motori di ricerca, aiutandoli a capire meglio i tuoi contenuti. La schema markup implementation è ormai essenziale per ottenere risultati avanzati nella SERP, come rich snippet e featured snippet.

Infine, non dimenticare la Technical SEO auditing: controllare periodicamente la salute tecnica del sito è cruciale per evitare errori nascosti che possono compromettere la visibilità. Comprendere questi termini tecnici è la base per operare in autonomia e adattarsi a un linguaggio SEO che, come la pratica stessa, evolve di continuo.

In conclusione, la SEO del futuro richiede curiosità, aggiornamento costante e la voglia di imparare il significato dietro ogni sigla. Non lasciarti intimidire: ogni termine imparato è un passo in più verso la padronanza della tua presenza online.

TLDR

La SEO non è una formula segreta, ma un percorso complesso e in continua evoluzione. Le scorciatoie non portano lontano: ciò che conta davvero sono qualità, coerenza col search intent, attenzione tecnica e una buona dose di pazienza. L’ottimizzazione per i motori di ricerca nel 2025 non sarà più solo Google-centrica o basata su trucchi, ma centrata su esperienze e valore reale per l’utente.

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